Macron secondo Carrère

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«Quando si vuole portare un Paese da qualche parte, bisogna avanzare a tutti i costi, non bisogna cedere, non bisogna cadere nelle abitudini e, en même temps, allo stesso tempo, bisogna avere la volontà di ascoltare. Ascoltare le persone significa accettare la loro parte di rabbia e di sofferenza, che è spesso qualcosa di irriducibile. Non sono qui per promettere la felicità ma posso riconoscere questa parte irriducibile, questa singolarità di ogni vita: è il solo modo per rispettarle». 

E ora che è al potere, penso: «Sarebbe bello che ce la facesse». Ma che cosa vorrebbe dire “farcela”? Che entra nella storia? Che trasforma la Francia? Che ne fa un Paese di start-up dove ognuno può essere imprenditore di se stesso, e la sola legge che conta è l’efficienza? E che dopo rifonda l’Europa — perché a un certo punto la Francia gli parrà troppo piccola per lui? Tutto ciò è possibile. O meglio: non impossibile. È anche possibile che impazzisca — c’è sempre questo rischio quando tanto potere ti piomba addosso così velocemente. O, semplicemente, è possibile che fallisca, che si unisca alla galleria di uomini politici ambiziosi che hanno cercato la terza via, sono caduti sul principio di realtà e hanno finito per governare come chiunque altro. Questa è la sua grande paura, credo, quella che gli fa dire: «Se non trasformerò radicalmente la Francia, sarà peggio di non aver fatto nulla». 

da un lungo interessante articolo di Emmanuel Carrère per il Guardian, pubblicato in italiano sul magazine IL de il Sole24ore

 

 

due tre cose su Andrea e le porte di Lecce

porta musulmani

In mostra presso il Must di Lecce un reportage fotografico realizzato da Andrea Gabellone, giornalista con vari hobby – foto tennis Spagna…

Ci fa vedere come alcune persone vivono la loro religione, con le rispettive comunità. Non chiese, quelle che conosciamo e vediamo continuamente. Ma case normali, accanto a cui passiamo senza neanche immaginare cosa possa esserci dietro, dentro. “Dietro le porte di Lecce”, appunto.

Non sono in grado di esprimere giudizi tecnici sulle foto. Semplicemente mi piacciono, alcune di più. Ma le mie riflessioni sono andate liberamente verso altro.

Far vedere a una vasta comunità di cittadini, i leccesi, cosa può esserci e c’è dietro alcune porte, è una classica operazione giornalistica. Di quelle che raramente ormai si leggono o vedono. Non gli stucchevoli retroscena più o meno inventati, non la ricerca dello scandalo o della macchietta acchiappaconsensi, ma “documenti”. Quelli che ti vengono sbattuti in faccia nella loro assoluta semplicità, nella forza della realtà tipica delle immagini, delle foto. E che ti fanno pensare: esistono altri mondi, proprio qui tra noi, persone come noi che che hanno bisogno, per esempio, di pregare insieme o celebrare insieme il proprio Dio, in loro luoghi. Nascosti, dietro quelle porte, o in mezzo alla strada se le “case” sono piccole, se non riescono ad avere spazi adeguati.

Il mio pensiero è andato a quei documenti, quelle foto, che molti molti anni fa fecero scoprire ai salentini che esisteva anche a Lecce un “dentro il carcere”, un “dentro l’Opis”, il manicomio salentino. Li ricordate? Ricordate quelle foto, quelle persone, quei fotografi, quei giornalisti? Il giornalismo che appassiona è questo.

Andrea ha fatto un’operazione del genere, secondo me. Dovrebbero vederle tutti quelle quaranta foto, quelle comunità di musulmani, sikh, induisti, cristiani. Porte da spalancare! Perché queste persone vivono con noi, accanto a noi.

Ieri sera al Must c’erano i rappresentanti di quelle comunità. Ci è passato il sindaco, gli assessori, anche l’arcivescovo. Momenti di serenità insomma.

Poi ho notato altri due piccoli aspetti, apparentemente secondari. Gli altri giornali e i colleghi di Andrea hanno dato la giusta evidenza a questo suo lavoro. Non sempre succede, a volte la piccola invidia è in agguato… E infine: Paola, la compagna di Andrea, è stata la prima instancabile promoter, con valutazioni e giudizi appassionati sul lavoro di Andrea. Anche questo non sempre succede…

 

i politici, cioè noi

“spesso, quando pensiamo di stare affrontando una discussione politica razionale, ci stiamo in realtà sforzando di razionalizzare la direzione verso la quale ci spingono le nostre affiliazioni tribali”.
verissimo. questo post di francesco costa, e il riferimento ad un articolo del washington post, confermano un dato per me di esperienza.  sono stato “nella politica”, e in qualche modo ci sono ancora. mi sembra di avere qualche idea sulla distinzione tra le parti in gioco – solo qualche idea, eh – però mi sono sempre sembrate incomprensibili le prese di posizione delle varie parti pienamente contraddittorie con quelle assunte magari solo alcuni giorni prima. l’importante per i cosiddetti politici è differenziarsi. infatti la soluzione dei problemi non arriva mai.
un esempio che riguarda la mia regione. la sanità era allo sbando, costi insostenibili, clientele a non finire. quindi il presidente del tempo, fitto, fece predisporre un piano sanitario che razionalizzava l’organizzazione sanitaria, chiusure, accorpamenti… si scatenò una lotta senza quartiere sia dall’opposizione che dai vari “campanili”. eppure molti esperti, e in privato anche esponenti della opposizione, giudicavano quel piano un buon piano. sull’onda della situazione vendola battè il presidente fitto. inutile dire che vendola è stato costretto a razionalizzare l’organizzazione sanitaria con chiusure, accorpamenti, in apparenza modificando il piano sanitario…  morale? inutile dire che gli aficionados dei due presidenti pensano che gli interventi, uguali, siano diversi e migliori perchè predisposti dal proprio leader…

brutti posti, non solo per donne

gli insulti, le minacce, le molestie, le azioni di stalking si diffondono sempre più sul web. certo, le donne sono anche qui  “privilegiate”, destinatarie di maggiori “attenzioni”. ma non solo le donne. e la difficoltà o l’impossibilità di arrivare ai mittenti è sconsolante. fuggire via dai social o far finta di niente? e la sofferenza psicologica di chi riceve gratuitamente insulti minacce molestie stalking?

giornali / 2

uno legge questo titolo:
Vaticano, legionari di Cristo si ripuliscono l’immagine. Lotta per le nuove nomine – E’ la congregazione con maggiori vocazioni al mondo. Dopo gli scandali sessuali del fondatore, padre Marcial Maciel Degollado, si è aperto a Roma il Capitolo generale straordinario che dovrà dare nuove costituzioni e nuovi vertici”.
subito uno, per pure curiosità, legge il pezzo per scoprire che lotte si stanno verificando ai tempi del papa francesco.
e uno scopre che nel pezzo non si accenna neanche a lotte, di nessun tipo, e neanche a nomine, di nessun tipo.
però magari questo “Francesco Antonio Grana” sarà felicissimo di essere un giornalista del “fatto quotidiano”…