il momento più bello, più divertente, del nostro giocare a pallone da ragazzini, era quello delle “marciotule”, il dribbling diciamo oggi, il superare palla al piede l’avversario, uno contro uno.
il gol di Douglas Costa ieri sera è uno di quei momenti che ti esalta, che ti riconcilia con il calcio, che ti fa dimenticare gli interessi i soldi le magagne le schifezze che ruotano intorno a questo gioco. una serie di marciotule, il giocatore che si lancia e si incunea tra una selva di avversari, li supera uno ad uno in una frazione di secondo, ne esce con la palla al piede e la porge ad un compagno che gliela restituisce con un tocco e con un’altra marciotula beffa l’ultimo avversario e poi il portiere.
non ce ne sono molti, ormai, calciatori capaci di esaltarti così. Pelè, Sivori, Maradona, Messi (ecco perché lo preferisco a Ronaldo). un tempo c’erano le ali capaci di dribbling in serie, Jair, Causio, per fermarmi a quelli che ho visto, e poi gli immensi della storia del calcio, come ad esempio Garrincha.
le nostre partite interminabili “dietro il distaccamento” o nella piazzetta davanti alle suore, intorno alla palma, erano una ricerca continua del più bravo a fare le marciotule. fine degli anni cinquanta, quando ancora urlavamo “enze” per chiamare il fallo di mano. ricordo, ma non vorrei che qualcuno si offendesse, che tra più bravi a fare le marciotule erano per esempio Orlando Paiano (ziu rlandu), o Gigi Carpentieri – era più grande di noi fisicamente e si incollava la palla al piede e girava girava facendoci impazzire sino a quando si stancava e gli toglievamo la palla per sfinimento.
durante le partite in seminario c’erano i furbetti che “nascondevano” la palla sotto la veste da prete e si divertivano a dribblarci tutti: mi sta venendo in mente Antonio Scotellaro che penso sia ancora parroco a Caprarica o Caliandro, in liceo, che poi è diventato vescovo, ed era un massiccio difensore che si faceva tutto il campo dribblando e travolgendo chiunque.
il sogno di tutti, sono le marciotule. per questo non mi piacciono molto la premier, schemi potenza velocità, o gli schemi che ingabbiano e mortificano la fantasia.
la partita fra Juve e Lokomotiv era bloccata, sonnacchiosa, una parità sostanziale. poi un attimo di follia, di incoscienza, di coraggio, di velocità, di genialità, una serie di marciotule, e la vittoria, la festa.
juve
cose di oggi, la befana non c’entra
mi ha colpito molto la richiesta – riferita dai giornali – di bersani, operato da poco per una emorragia cerebrale, su cosa avesse fatto la juve nella partita con la roma. è proprio il tifo calcistico che tiene miracolosamente insieme gli italiani.
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ci sarebbero molti temi di discussione dopo aver letto questo pezzo del post a proposito di un articolo di david brooks sul new york times. non so se è ben riassunta la tesi del columnist: e cioè che farsi le canne sia una esperienza divertente e quasi ineludibile da giovani, ma che l’età adulta offre modi più soddisfacenti e proficui di piacere personale. certo che al fondo la questione irrisolta è quale sia il rapporto fra leggi, stato e società, cittadini…
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una foto scattata il 4 gennaio. ma vi piacerebbe stare su una spiaggia così? va bene che è ipanema ma…